sabato 2 aprile 2011

Next, please.

E' scocciante ammetterlo: non sempre abbiamo la risposta per quello che ci accade. Dobbiamo rassegnarci a non conoscere ciò che il destino ci riserva, a non conoscerne la ragione, a non sapere come affrontare ciò che ci accadrà. Possiamo arrabbiarci quanto ci pare e prendercela con chiunque: siamo destinati ad essere ignari del nostro futuro.  Abbiamo la possibilità di conoscere solo il passato e il presente. Il futuro è uno sconosciuto che si presenta a noi solo in veste di presente, se uscisse con i suoi veri vestiti, perderebbe il suo mistero. 
Il futuro è come quella persona che definiamo "conoscente", non sappiamo bene come è fatta, la conosciamo solo per grandi linee e tratti generici, ma solo dopo che è passato del tempo e diventa nostra amica possiamo conoscerla a fondo per ogni suo difetto e pregio, se vogliamo. 
Così anche il futuro: possiamo immaginarlo soltanto, sperare nelle cose migliori, ma non sappiamo  con esattezza come sarà fin quando non ci saremo dentro, fin quando non diventerà la nostra realtà che dovremo scegliere in che modo viverla e con chi. 
E a volte spaventa non sapere cosa ci porterà in regalo questo sconosciuto quando busserà alla nostra porta. Però in fondo, in quanto esseri umani, siamo tutti curiosi di saperlo, e quindi  non esiteremo ogni volta ad aprirgli inevitabilmente la porta. E quando poi se ne sarà andato  trasformandosi in ricordi, portandosi un pezzettino di noi, non ci resterà che chiederci: chi sarà il prossimo ospite?



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